LA RADIO DIDATTICA DI BRECHT E WEILL
Carlo Piccardi

Il volo di Lindbergh risale al 1929 e, come la Kleine Mahagonny fu presentato da Brecht e da Weill (ma anche Hindemith mise mano alla musica) al Festival di Baden-Baden. Immediatamente posteriore al successo dell’Opera da tre soldi, questo lavoro di più modeste dimensioni se ne scosta visibilmente.

LA MUSICA TEDESCA NEGLI ANNI VENTI
Carlo Piccardi

Cosa significano per la musica i «ruggenti anni venti» del nostro secolo? Sicuramente poco rispetto alla memoria di eventi di storia, di costume, di cultura che di quel periodo hanno tramandato l’immagine di vitalismo, di frenesia, di fede nella tecnica e delle innovazioni portate dalla società di massa.

L'ULTIMO DEGLI ISPIRATI
Vincenzino Siani

Personalità che segnò la rinascita dell'orgoglio ebraico in musica nel Novecento, Ernest Bloch (1880-1959) è compositore cosmopolitico per eccellenza. Ginevrino di nascita, formatosi a Bruxelles come violinista nella scuola di Eugène Ysaye, a Francoforte e a Monaco nella composizione sotto la guida rispettivamente di Iwan Knorr e di Ludwig Thuille, si affermò a Parigi nel 1910 con la rappresentazione del Macbeth, tappa iniziale della sua notorietà.

ASPETTI DELLA FRANCIA MUSICALE
Carlo Piccardi

La caratteristica della musica di essere un linguaggio non ostacolato dalle frontiere linguistiche ha favorito più che mai i fenomeni di esportazione, rispettivamente di importazione, facendo prevalere date tradizioni nazionali su altre. Ben noto è il monopolio detenuto dalla musica italiana fino all’Ottocento, come altrettanto evidente risulta il dominio della musica tedesca a partire dal XIX secolo.

IL PATTO DELL'AVANGUARDIA CON L'ARISTOCRAZIA
Carlo Piccardi

Se, nell’azione, i movimenti artistici d’avanguardia assunsero immediatamente posizioni radicali e un preciso ruolo antiborghese, vi sono tuttavia aspetti che nel loro svolgimento rivelano il paradosso del compromesso con forze conservatrici che, dal punto di vista sociale, aggregarono l’avanguardia artistica alla parte più consolidata dell’establishment: l’aristocrazia.

PAGANINI NON SI RIPETE
Carlo Piccardi

Se ci affidiamo ai dati statistici che ci rivelano come oggi siano ormai decine i violinisti al mondo in grado di affrontare con sufficiente padronanza i proibitivi Capricci paganiniani a cui durante l’Ottocento pochi osavano avvicinarsi, dovremmo dedurne che la lezione del genovese sia ormai stata da tempo assimilata e privata di quel carattere di eccezionalità che ne motivò l’ascesa.

AL SERVIZIO DELLA SOCIETA'
Carlo Piccardi

Oltre alla fiaba per bambini Pierino e il lupo, i colpi ben messi a segno da Prokof’ev potrebbero essere anche i balletti Romeo e Giulietta e Cenerentola, la marcia da L’amore delle tre melarance e molti altri momenti di uguale profilo. È la smentita più palese del luogo comune che pretende la musica moderna completamente estranea al vivere ordinario, concetto che ovviamente corrisponde a una ben precisa e nuova realtà estetica sviluppata nel secolo che ci sta alle spalle ma che non rende ragione di tutto quanto esso musicalmente ha prodotto.

Il rigorismo di Frank Martin
Carlo Piccardi

Come molti musicisti cresciuti in Svizzera Frank Martin si affacciò subito sulla scena musicale con sembianze eclettiche. La matrice francese si lascia riconoscere nei suoi primi saggi a volte in modo fin troppo limpido – come dimostra la Pavane couleur du temps (1920) dove la lezione raveliana appare assai più che una reminiscenza –, senza tuttavia implicare un allineamento nei confronti di acquisizioni culturali organicamente delineate nel contesto europeo.

PROFUMO DI PASSATO
Vincenzino Siani

In una cronaca di Napoli del 1898, in occasione di uno dei ritorni di Francesco Paolo Tosti nella città della sua formazione, Matilde Serao ne parlava in questi termini: “Ah, egli è sempre per noi, per tutti, l’autore di quelle appassionate romanze che sono Carmela e Dopo!..., che sono Vorrei morire! e Malia, l’autore di quelle romanze aggraziate, delicate che sono L’IdealeL’AprileChanson à Ninon, l’autore di quel pensiero musicale All’alba che ha in sé tutto l’ardore segreto di un sogno, tutta la delusione della realtà, ma il suo spirito d’arte si è sollevato a regioni più chiare e fresche e serene […] gli domandammo che ci ripetesse i suoi più antichi trionfi, gli cercammo, avidamente, che ci ridonasse, nel canto delle sue vecchie cose, di quelle che hanno fatto e che rifanno, anche adesso, il giro del mondo, le impressioni degli anni trascorsi e nella immaginazione e nella memoria, noi le ritrovammo, vivaci e limpide, come allora”.

I CONTI DI SCHUMANN CON LA TRADIZIONE CLASSICA
Carlo Piccardi

La Sonata in sol min. op. 22 di Schumann fu iniziata nel 1833 e portata a termine nel 1839, compiuta quindi prima dei trent’anni nel periodo in cui il compositore maturava in piena e polemica libertà l’ideale di una musica romantica preoccupata di rompere qualsiasi tipo di convenzione che la potesse legare al passato.