Per avere un'idea dell'alimentazione a Roma in età imperiale, i documenti certamente più preziosi e interessanti dal punto di vista scientifico sono i reperti archeologici, ossia i resti di cibo che gli scavi ci hanno restituito, e i resti umani, che, sottoposti ad analisi scientifiche, ci informano sulle caratteristiche nutrizionali dei cibi e su quelli che, al tempo, si ritenevano i loro effetti sull'organismo.
Un gioiello nel cuore di Roma: la Biblioteca Casanatense.
Una ricerca austriaca nella città di Efeso in Turchia, l’antica Asia Minore, ha messo in luce una serie di sepolture maschili – in realtà una sorta di fossa comune – con resti ossei che l’esame antropologico ha potuto ricondurre a una settantina di gladiatori professionisti.
Vitis vinifera sylvestris è stata coltivata per la prima volta in Georgia e risale a circa 7000 anni fa la produzione dei primi vini nella zona nord occidentale dell’attuale Iran: l’attestazione archeologica viene da Hajji Firuz Tepe, una città neolitica nella valle del fiume Gadar.
Il miele, prodotto alimentare delle api domestiche (Apis mellifera), sin dai tempi preistorici costituì la sostanza edulcorante più utilizzata e figura, al pari del sale, dell’olio e del vino, tra i principali prodotti alimentari del mondo antico.