Nella definizione del ruolo assunto da Petrassi nell’ambito della musica moderna italiana si è troppo presto indugiato a delimitare la componente «neoclassica» del suo stile,
In un poema del 1523 Hans Sachs descrisse l’opera riformatrice di Lutero come il canto dell’«usignolo di Wittenberg».
Dopo anni trascorsi essenzialmente nel chiuso del laboratorio elettroacustico, il silenzio religioso che alla fine degli anni Sessanta iniziò ad accompagnare le apparizioni di Karlheinz Stockhausen
Della Passione secondo Matteo Hermann Abert ha lasciato scritto che essa sarebbe stata «l’ultima testimonianza vivente di un modo di sentire in cui arte e religione erano ancora la stessa cosa e in cui simile alleanza era posta al servizio dell’educazione etico-religiosa del popolo».
Se esiste un musicista irriducibile alla categoria di nazione nell’Ottocento è Franz Liszt
Non si può affermare che la stagione neoclassica novecentesca, benché rappresentata da alcune fra le figure più rilevanti del secolo, sia stata la meglio servita a livello di critica messa a punto.
Della cosiddetta Sonata FAE oggi al massimo si conosce e si esegue ancora lo Scherzo (Allegro) composto da Brahms. Gli altri tre movimenti composti da Robert Schumann e da Albert Dietrich sono assai meno noti.
Le occasioni in cui Claudio Monteverdi ebbe modo di lasciare testimonianza diretta della musica religiosa composta per le festività che si celebravano nella chiesa di San Marco a Venezia ricorrono curiosamente nelle sue lettere associate all’idea di un compito gravoso.
Anche se è usanza indicare nel Sacre du Printemps (1913) il punto di volta dello stile stravinskiano e la sua prepotente irruzione nel campo della musica novecentesca, la posizione di Petruška è quella di un momento chiave altrettanto significativo se non di più, considerando il fatto che precede l’altro capolavoro di almeno due anni.
Che "L’amico Fritz" sia un’opera minore non c’è dubbio: già la sua genesi ce lo rivela.