• NUTRIRSI CLUB
  • 12 Febbraio 2018

    NUTRIRSI&SASSA - Alberto Panza

    Alberto Panza
    L'immensità del frammento e l'eternità dell'attimo

    Sala Lugano - Hotel Villa Sassa, via Tesserete 10, Lugano
    mercoledì 21 febbraio 2018, ore 18. 
    Ingresso libero

     

    Grazie a diverse esposizioni, come quelle realizzate a Milano o Londra nel 2017, i protagonisti della grande stagione dell’Uliyo-e (Utamaro, Hiroshige e Hokusai), sono divenuti familiari al pubblico quanto quelli degli artisti occidentali che a loro si sono ispirati.

    Il titolo dell’incontro, L’immensità del frammento e l’eternità dell’attimo, fa riferimento al fatto che la pittura e la poesia in Giappone non cercano punti di vista sintetici e totalizzanti, ma piuttosto manifestano una attenzione al dettaglio, attraverso la quale scendere in profondità, piuttosto che allargarsi in estensione.

    La pittura del mondo fluttuante, questa è la traduzione del termine Ukyio-e, ebbe un influsso determinante sulla svolta avvenuta nelle arti dell’Occidente tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, che modificò convenzioni che avevano avuto un valore normativo per oltre quattro secoli.

    Questo fenomeno è noto con il termine di Japonisme, dato che, inizialmente, il suo epicentro fu Parigi, ove la scoperta dell’arte giapponese coincise con un ripensamento generale sui fondamenti della rappresentazione artistica e sul rapporto tra soggetto rappresentante e oggetto rappresentato. Si aprì in questo modo un nuovo orizzonte per tutti i giovani pittori che, come personaggi in cerca di autore, volevano sottrarsi alle convenzioni rappresentative imperanti.

    Da questo punto di partenza il Japonisme si irradia, influenzando post-impressionismo, simbolismo, e propagandosi infine per tutta l’ampissima area di diffusione dell’Art Nouveau, da Vienna agli Stati Uniti.

    Al di là della suggestione creata da singoli motivi iconografici, il Japonisme introduce un’idea che sarà fondamentale per tutta l’arte contemporanea: l’idea che un’opera non sia un discorso chiuso, ma un processo che deve continuare nell’interiorità di chi osserva, ascolta o legge. Un ciottolo gettato nello stagno della mente, come volevano i maestri Zen.

     VAN GOGH ULIVI

     

    ALBERTO PANZA

    Alberto Panza, storico dell’arte e psicoanalista, affianca all’attività terapeutica la ricerca in un’area transdisciplinare che collega antropologia psicoanalisi ed estetica, come docente di Psicologia dell’Arte all’Università di Roma “La Sapienza” e, attualmente, come docente di Psicoantropologia all’Istituto Aretusa di Padova.

    Dal 1990 conduce ricerche sui rapporti tra pensiero psicoanalitico e scienze umane presso il Centro Internazionale di Studi Psicodinamici sulla Personalità (Cispp) di Venezia.

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