Salvia
Salvia officinalis è la specie più nota e coltivata del genere Salvia, appartenente alla famiglia Labiatae e comprendente circa mille specie.
Salvia officinalis cresce spontanea nel Bacino del Mediterraneo e nei paesi dell’Europa meridionale dove è tradizionalmente usata soprattutto in cucina come erba aromatica. Per le sue molteplici proprietà farmacologiche è inoltre utilizzata a fini terapeutici in vari tipi di affezioni. Il primo produttore mondiale è attualmente la Turchia
Descrizione
Salvia officinalis è pianta perenne dal portamento cespuglioso; può raggiungere i 60-70 cm di altezza e presenta un fusto molto ramificato.
Ha foglie bislungo-lanceolate, con margine crenato, picciolate, penninervie; argentate nella pagina inferiore e di colore grigio-verde in quella superiore, tomentose, provviste di folti peli e ricche di flavonoidi e oli essenziali aromatici. Sono vellutate al tatto.
I fiori sono ermafroditi, riuniti in verticilli apicali, dai caratteri e dai colori variabili con le specie; in Salvia officinalis sono di un bel violetto e sbocciano in primavera.
I frutti sono disposti alla base dei fiori e contengono piccoli semi di forma ovoidale dal colore bruno.
Coltivazione, raccolta e conservazione
Si semina all’inizio della primavera: in campo aperto con temperature superiori a 7 °C, la germinazione avviene dopo 15-20 giorni; al coperto e a 18 °C dopo soli 7-14 giorni.
Le foglie possono essere raccolte durante tutto l’anno: sono consumate fresche per aromatizzare i cibi e fritte in pastella o sono essiccate e utilizzate al bisogno.
Effetti curativi
Terpeni, tujone, tannini, canfora, acido malico sono le sostanze che conferiscono alla salvia il suo caratteristico aroma e, insieme, le sue proprietà farmacologiche: le sue foglie sono tradizionalmente utilizzate per le loro proprietà antibatteriche, digestive, toniche, antispasmodiche, ipoglicemizzanti. La rilevante presenza di fitoestrogeni limita la sudorazione di mani e piedi.