• "FRAMMENTI E COLLAGE"
  • 10 Marzo 2021

    FUKUSHIMA, DIECI ANNI DOPO

    Venerdì 11 marzo 2011, alle ore 14:46 locali, il Giappone fu scosso da un terremoto di magnitudo 9 sulla scala Richter, con epicentro al largo della costa della regione di Tõhoku, nell’oceano, alla profondità di 30 Km; il sisma più potente mai registrato nell’arcipelago giapponese.

    L’epicentro in mare generò uno tsunami e, in pochi minuti, un’onda alta fino a 40 metri si abbattè su 670 Km di costa nel Nord-Est del paese. 
    I danni furono immensi: 20000 morti, 6000 feriti, la distruzione parziale o totale di 125000 edifici. 

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    Raggiunta Naraha, località costiera nella Prefettura di Fukushima sede di una centrale nucleare, l’onda dello tsunami si abbattè sul sito.
    Un sistema di sicurezza aveva spento i tre reattori attivi al momento del sisma ma lo tsunami, colpendo la centrale, aveva distrutto i sistemi di raffreddamento necessari a dissipare il calore precedentemente prodotto dalle reazioni nucleari e questo, in breve, provocò l’esplosione dei tre reattori e, successivamente, la completa fusione dei loro noccioli.
    Fu evacuata la popolazione umana che viveva in un raggio di 20 Km intorno alla centrale.

    FUKUSHIMA BIMBO 

    La dismissione dell’impianto di Fukushima occuperà fra 30 e 40 anni.  
    La commissione che ha indagato sull’evento ha affermato che le circostanze che hanno portato al disastro potevano essere previste e che i gestori della centrale lo avrebbero potuto evitare semplicemente attenendosi alle prescritte norme di sicurezza.

    Lo stress legato in vario modo all’evacuazione ha causato la morte di circa 1600 persone; non vi sono ancora dati relativi a casi di malattie dovute all’esposizione a sostanze radioattive. 
    Misure di contenimento sono state prese per limitare un’ulteriore contaminazione delle falde acquifere sotterranee dove tuttora si riscontra la presenza di trizio, isotopo radioattivo dell’idrogeno.

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