• LIBRI, MEDIA
  • 6 Novembre 2018

    Il canto degli alberi

    David George Haskell rivolge le sue straordinarie capacità di osservazione a una dozzina di alberi in giro per il mondo, per dimostrare come la storia, l’ecologia e il benessere dell’umanità siano strettamente intrecciati con la vita delle piante.

     

    Che si trovi immerso nel fitto fogliame di una foresta dell’Amazzonia, all’ombra di un pero cinese a Manhattan o di un ulivo di Gerusalemme, Haskell è sempre in grado di entrare mirabilmente in contatto con la complessa energia vibrante di interi ecosistemi. 

    Allertati, i suoi sensi si affinano: non vi è poro di foglia, granello di polline, molecola atmosferica, riverbero di un canto di uccello o ritmico crepitare di pioggia che sfugga all’acume del suo sguardo e alla finezza del suo udito.

    E il lettore, rapito dalla lirica sensibilità della sua prosa, ammira e ascolta bellezze e paesaggi altrimenti inimmaginabili.

    Un albero del corallo ci fa comprendere il ricco tumulto ecologico della foresta tropicale minacciata dai giacimenti petroliferi. A migliaia di chilometri di distanza, le radici di un abete balsamico del Canada sopravvivono in terreni poveri solo con l’aiuto di funghi e una rete di connessioni di quasi due miliardi di anni. 

    In Giappone la ricerca del luogo di origine del pino bianco rende lampanti inaspettate parentele tra le piante dell’Asia orientale e quelle dei monti Appalachi. Le sequoie pietrificate nelle Montagne Rocciose raccontano di come il clima della Terra si sia sviluppato attraverso gli scambi tra alberi, comunità dei viventi e atmosfera.

    Sebbene le azioni degli uomini stiano sempre più recidendo le reti biologiche del pianeta, gli alberi, grandi connettori naturali, ci insegnano ad abitare in relazione con ciò che è la fonte, la sostanza e la profonda bellezza della vita stessa.

    “Per i Greci di Omero, Kleos, la fama, era fatta di canti. Le vibrazioni nell’aria racchiudevano la misura e la memoria della vita di ognuno. Ascoltare, dunque, significava apprendere ciò che è durevole.
    Ho prestato orecchio agli alberi, in cerca del Kleos ecologico. Non ho trovato eroi, singoli individui intorno a cui intrecciare la storia, bensì ricordi vivi di alberi, raccontati dai loro canti che parlano di una vita comunitaria, di una rete di relazioni. 
    Noi esseri umani partecipiamo a questa conversazione, come parenti di sangue, membri incarnati di questa comunità.
    Ascoltare, dunque, equivale a sentire le nostre voci e quelle della nostra famiglia.
    Ogni capitolo di questo libro è dedicato al canto di un particolare albero: la fisicità del suono, le storie che danno vita a tale suono, e le nostre reazioni emotive, fisiche e mentali. Gran parte di questo canto si svolge al di sotto della superficie acustica.
    Ascoltare, dunque, significa appoggiare uno stetoscopio sull’epidermide di un paesaggio, e sentire cosa si agita lì sotto”

    David George Haskell insegna Biologia alla University of the South, Sewanee, Tennessee. Con Einaudi ha pubblicato La foresta nascosta (2014).

     

    David George Haskell
    IL CANTO DEGLI ALBERI
    Storie dei grandi connettori naturali

    Traduzione di Chiara Stangalino
    2018. Einaudi, Torino.