• "FRAMMENTI E COLLAGE"
  • 17 Febbraio 2020

    THE SNOW MAN

    L’inverno sospeso; fra rami di pini incrostati di neve, ginepri arruffati in cristalli di ghiaccio, il luccichio del sole lontano sugli abeti, il suono dolente del vento che soffia sulle poche foglie di alberi spogli e si estende alla terra gelata, percepito nel niente da chi, egli stesso, è niente. L’incanto della poesia di Wallace Stevens.

    The snow man

    One must have a mind of winter
    To regard the frost and the boughs
    Of the pine-trees crusted with snow;

    And have been cold a long time
    To behold the junipers shagged with ice,
    The spruces rough in the distant glitter

    Of the January sun; and not to think
    Of any misery in the sound of the wind,
    In the sound of a few leaves,

    Which is the sound of the land
    Full of the same wind
    That is blowing in the same bare place

    For the listener, who listens in the snow,
    And, nothing himself, beholds
    Nothing that is not there and the nothing that is.

     wallace stevens

    Il pupazzo di neve

    Bisogna avere una mente di inverno
    Per ammirare il gelo e i rami
    Dei pini incrostati di neve;

    E aver avuto freddo a lungo
    Per osservare i ginepri arruffati di ghiaccio,
    Gli abeti ispidi al luccichio distante

    Del sole in gennaio; e non trovare
    Sofferente il suono del vento,
    Il suono di poche foglie,

    Che è il suono della terra
    Piena dello stesso vento
    Che sta soffiando sullo stesso posto spoglio

    Per chi ascolta, chi ascolta nella neve,
    E, lui stesso niente, non osserva
    Niente che non ci sia e osserva il niente che è.

    (Traduzione: Orizzonte delle parole)

    “The Snow Man dice della necessità di identificarsi con la realtà per capirla e goderla”. (W. Stevens, 1944)