• "FRAMMENTI E COLLAGE"
  • 27 Febbraio 2023

    CHARLES DARWIN, VIAGGIO DI UN NATURALISTA INTORNO AL MONDO

      Vincenzino Siani

    Rileggo il Viaggio di Darwin nell’edizione del Millenni Einaudi (1989), arricchito dalla colta e sensibile Introduzione di Franco Marenco di cui sotto riporto la parte iniziale.

    Leggiamo di un'ampia porzione di mondo che non aveva ancora conosciuto esseri umani, di una natura di fronte alla quale “per un attimo transitorio e incantato l’uomo doveva aver trattenuto il respiro..., costretto a un’estatica contemplazione che né capiva né desiderava, faccia a faccia per l’ultima volta nella storia con qualcosa commensurato alla sua capacità di meraviglia”[1].

    Quel pianeta, quegli ambienti, quegli ecosistemi non esistono più, stravolti da noi, dalla nostra natura. Una volta di più, verso dove ci stiamo dirigendo?

    “La notte sulla sierra freddissima, prima bagnati di rugiada poi congelati... visto uno splendido rigogolo… volpi in numero immenso. Trovato un rospetto dai singolarissimi colori (nero e vermiglio), pensando di fargli chissà quale regalo lo porto in una pozzanghera; non solo l’animaletto non sapeva nuotare, ma credo sarebbe affogato se non l’avessi tirato fuori… molti serpenti con chiazze nere in palude profonda, due righe gialle e coda rossa… lago tutto animato da cigni col collo nero e belle anatre e gru… la notte scorsa notevole grandinata (cervi, 20 pelli) già trovati morti e circa 15 struzzi… chicchi di grandine grandi come mele… dormito in casa di uno mezzo matto… gli indiani vanno alle salinas a prendersi il sale - mangiano sale come zucchero… le donne prese prigioniere a vent’anni non si danno pace… moglie di un vecchio cacique non ha più di 11 anni… gli struzzi fanno le uova in pieno giorno… le gru trasportano fasci di giunchi…”

    DARWIN

    “Questa una pagina tipica del diario che Darwin tenne nel corso del suo memorabile viaggio (1831-36), questi gli spunti che troviamo sviluppati, argomentati, ordinati nel testo che ora presentiamo, il Viaggio pubblicato nel 1839 e, riveduto, nel 1845. 

    Bisogna compiere uno sforzo deliberato, della memoria e della sensibilità fisica che abbiamo del mondo intorno a noi, per ri-immaginare il pianeta Terra quale poteva ancora vederlo e studiarlo un naturalista appena più di un secolo e mezzo fa. Le mille specie animali sconosciute, le loro abitudini assolutamente sorprendenti, gli immensi territori coperti da una flora mai vista, la presenza enigmatica di esseri primitivi, di possibili antenati dell’uomo civile sempre sospesi fra la minaccia e la sottomissione, la geologia incerta di interi continenti. Una serie di problemi insoluti, di misteri affascinanti per una mente indagatrice; ma ancora più una serie di spettacoli straordinari, una scena di vita multiforme e sempre cangiante, della quale mai più sarà dato all’uomo di essere spettatore: le focene a centinaia che giocano intorno alla nave, l’insieme paradossale di suoni e di silenzio che regna della foresta brasiliana, i cervi e i guanachi che si avvicinano curiosissimi a chiunque assuma un atteggiamento bizzarro, gli uccelli privi di qualsiasi timore per l’uomo, tanto da posarglisi sulle braccia e sulla testa, i fuegini ancora divisi in tre nazioni, i patagoni davvero grandi - se non proprio come li voleva la leggenda -, gli aborigeni australiani ancora nomadi - straniti fra le comunità di piantatori e allevatori che gli si chiudono intorno -, gli indiani delle pampas ancora vivi, le grandi mandrie di cavalli e di buoi allo stato brado, le splendide volpi antartiche già in pericolo per la loro estrema familiarità, le miriadi di foche che coprono le spiagge e ogni pietra piatta delle coste occidentali del Sudamerica, le iguane marine e terrestri delle Galapagos in pieno rigoglio di vita… 

    All’infinita varietà e insondabilità di questo mondo la mente europea risponde ancora con inesausta curiosità, con un’apertura altrettanto infinita. Darwin, come Humboldt prima di lui, e come i grandi intellettuali dell’inizio dell’epoca moderna di cui è erede, non guarda l’universo con occhi specialistici, ma con orgogliosa onnicomprensività: egli è insieme zoologo, paleontologo, botanico, geologo, geografo, antropologo, fisiologo, e poi narratore, e illustratore… Egli tiene insieme tutte queste figure che sono sull’orlo della separazione, le coltiva in un’unica disciplina, le connette in un incessante ragionamento”[2].

    [1] F. S. Fitzgerald, Il Grande Gatsby. Traduzione di Bruno Armando, Newton Compton Editori. 2011.
    [2] Franco Marenco, Introduzione al volume “Charles Darwin, Viaggio di un naturalista intorno al mondo”. Einaudi Editore. 1989.

    DARWIN VECCHIO