• Diario d'ascolto
  • 11 Febbraio 2019

    I concerti per cembalo di Bach, verso il futuro

      Carlo Piccardi

    Il corpus dei concerti per clavicembalo di Bach risale al periodo di Lipsia, al periodo dell’educazione dei figli, due dei quali riconosciuti fra i maggiori esponenti dello sviluppo dell’arte clavicembalistica settecentesca.

     

    In particolare il fatto di emancipare lo strumento a tastiera dalla funzione subordinata al compito di assicurare il basso continuo per portarlo in posizione di primo piano indicò un cammino immediatamente seguito dai figli e dai loro allievi che costituisce la linea diretta portante, attraverso Mozart, al moderno concerto per pianoforte.
    Esiste quindi in un certo senso una giustificazione ‘storica’ all’esecuzione di tali concerti con il pianoforte anziché col cembalo. Lo giustifica perlomeno la scrittura che allo strumento a tastiera richiede una massiccia presenza, un peso insolito, un’utilizzazione al di là del disegno lineare o fiorito per aprire la via a giochi dinamici complessi, a densità accordali di nuovo tipo, soprattutto a un rapporto più intrigante con l’orchestra in grado di produrre tensioni su vasto raggio che ne giustificano l’estensione e la maestosità.

     Caffè Zimmermann
    Lipsia, Caffè Zimmermann

    Un altro elemento rilevante è tuttavia adombrato da tale notevole corpus di concerti: il fatto che al di là di una parziale provocazione didattica e dall’uso quindi ‘domestico’ che ne derivava, la loro vera ragion d’essere si situi in un salto di qualità di tipo socio-culturale in cui Bach venne a trovarsi nel contesto lipsiense. 

    La sua precedente attività a Weimar e a Köthen, proprio riguardo alla composizione strumentale, subiva il condizionamento delle relative corti da cui era dipendente.

    Nella città sassone egli si trovò invece confrontato con una realtà sociale di tipo nuovo. A una borghesia già matura capace di rivaleggiare con l’aristocrazia nell’ambire ad alte forme di divertimento, anche musicale. I collegia musica che videro Bach impegnato per quasi cinque lustri a partire dal 1729, fondati da Telemann e subito diventati fucina di notevoli esperienze strumentali, si tenevano appunto nel Caffè Zimmermann, non quindi in una corte bensì in un luogo di riunione di eletti cittadini rappresentanti quella parte della società che di lì a qualche decennio sarebbe riuscita a prevalere e il cui slancio di affermazione coinvolgeva inevitabilmente scelte di gusto che Bach, almeno limitatamente al filone strumentale, si incaricò di individuare aprendo la giusta porta allo sviluppo del concerto solistico.

    CLAVICEMBALO