• NUTRIRSI CLUB
  • 27 Novembre 2015

    I vini nella Grecia antica

      Dincer Savas Lenger

    Vitis vinifera sylvestris è stata coltivata per la prima volta in Georgia e risale a circa 7000 anni fa la produzione dei primi vini nella zona nord occidentale dell’attuale Iran: l’attestazione archeologica viene da Hajji Firuz Tepe, una città neolitica nella valle del fiume Gadar.

    Il vino arriva in Mesopotamia tra il 3500 e il 3000 a.C. e successivamente raggiunge l’Egitto. Si diffonde nel bacino del mare Egeo via Creta intorno al 2200 a.C..
    
Iscrizioni in Lineare B dei Miceneie disegni dell’epoca riguardanti questa bevanda ci danno le prime informazioni sul vino dell’epoca.

    Thasos - 1
    Thasos, trihemiobol, 411-350 a.C.

    Sono stati i greci a sviluppare le tecniche di produzione del vino e a diffonderlo come prodotto alimentare. Si trovano in Omero le più antiche testimonianze del vino nel mondo greco: nell’Iliade sono citati i vini Pramnios, il Pedasos di Messinia, di Histia, di Epidauros; il vino di Ismaros nell’Odissea.
    Il vino di Pramnios, prodotto sia a Lesbo sia a Smirne, era probabilmente il primo vino commerciato all’epoca di Omero.

    Maronea - 2
    Maronea, statera d’argento, 386-348 a.C.;  Maronea statera d’argento, 386/5-348/7 a.C.

    Colonizzate le coste a nord-est del mar Egeo, i greci vi diffusero la viticultura: sulle coste d’Asia Minore e di Tracia ebbero i natali i primi grand cru. 

    Chios, Lesbos in Asia Minore, Thasos, Maroneia in Tracia e Mende in Macedonia divennero famose per i loro ottimi vini. Quelli di Thasos erano i vini più ricercati dopo quelli di Chios; i vini di Lesbos occupavano il terzo posto, seguiti da quelli di Maronea e di Mende. Più tardi, a Rhodos, Kos e Knidos in Asia Minore furono prodotti vini di grande successo.

    Mende - 3
    Mende, tetradramma 450-430 a.C.; Mende, tetradramma d’argento, 460-423 a.C.; Mende, tetradramma d’argento 430 a.C. 

     
    Lesbos

    Methymna e Mitilene erano le città più grandi dell’isola di Lesbos. Methymna era famosa per i vini prodotti per il mercato internazionale: divennero di gran moda a Roma nel V secolo a.C.
    Mytilene esportava vino in Egitto già nel VII secolo a.C.: anfore di Lesbos in Egitto databili al VI secolo attestano l’esistenza del commercio del vino tra i due paesi. Nel bacino meditteraneo, dal VII secolo alla fine del IV secolo, le anfore di Lesbos erano i recipienti da tutti utilizzati per il commercio del vino.
    La dominazione romana sull’Asia Minore fece conoscere i vini greci in Italia: quelli di Lesbos e Chios riscuotevano un grande successo. Plinio annovera i vini di Lesbos, di Chios e di Thasos tra i vini greci di eccellenza. Durante la celebrazione del consolato di Giulio Cesare, furono serviti 4 tipi di vino: due prodotti in Italia (Falerno e Mamertine), due in Grecia (Lesbos e Chios).

    Methymna due monete - 4
    Methymna, dramma d’argento 420-377 a.C.; Methymna, bronzo, II-I sec. a.C. 

     
    Chios

    Il vino di Chios doveva la sua fama anche all’uso che se ne faceva in medicina. Nel primo secolo a.C., a Roma, il generale C. Sentius conservava in casa i vini di Chios perché li riteneva salutari per il cuore.
    Anche i vini di Chios entrano nei mercati internazionali nel VII secolo a.C.: erano i più ricercati dai Romani prima che essi stessi ne producessero uno di alta qualità nel II secolo a.C.: i vini di Lesbos e di Chios non persero mai il mercato italiano, furono sempre apprezzati, specialmente dalle classi socialmente più elevate. 

    Chios - 5b
    Chios, tetradramma d’argento 375/350 a.C.

    Secondo Varrone, il vino di Chios era il primo dei vini greci e il vino dei ricchi: era il costoso simbolo di appartenenza alla classe sociale più elevata. Le anfore in cui il vino di Chios veniva trasportato in tutto il Mediterraneo erano un po’ il marchio della città: sulle monete di Chios era rappresentata un’anfora con una sfinge e Chios restò fedele a questo tipo numismatico anche nel periodo di dominazione romana.

    Rhodos

    Il IV secolo testimonia la nascita di tre ottimi vini: quelli di Rhodos, Kos e Knidos. Tutti e tre nascono nella terra di Karia, situata a sud-ovest dell’Asia Minore. Le fonti antiche non li citano tra quelli di Lesbos, Chios, Thasos, Mende e Maronea ma, anche se non altrettanto apprezzati, erano sicuramente i più consumati durante il periodo ellenistico.

    Rhodos - 6
    Rhodos, statera d’oro, 350-340 a.C.

    Il vino di Rhodos era probabilmente il più venduto in Italia: il ritrovamento di anfore di Rhodos dappertutto in Italia prova che la città greca era padrona del mercato. Le anfore di Rhodos sono le più frequenti e comuni tra le anfore orientali trovate in Gallia. Quando l’Italia iniziò a produrre vini di qualità (II secolo a.C.) Rhodos perse il mercato del Mediterraneo occidentale, ma restò la più grande fornitrice di vino per i Paesi del Mediterraneo orientale: 80.000 anfore di Rhodos rinvenute ad Alessandria d’Egitto danno un’idea della dimensione del mercato di vino all’epoca.

    Kos

    Il vino di Kos è attestato per la prima volta nel IV secolo a.C. in un testo che ci informa della presenza di questo vino sul mercato del Mar Nero. Tra le anfore trovate ad Alessandria, quelle di Kos figurano per quantità al secondo posto dopo quelle di Rhodos.

    Knidos - 7
    Knidos, bronzo 19 mm, 210-185 a.C.

    Kos è una grande fornitrice di vino durante il periodo ellenistico e le sue anfore si ritrovano su tutte le coste orientali del Mediterraneo. A Delos il vino di Kos costava meno di quello di Knidos. Per tutta l’epoca ellenistica i vini di Kos hanno rallegrato la tavola.
    Le anfore trovate nel bacino del Mar Nero confermano che il vino di Knidos aveva una percentuale considerevole del mercato del nord.

    Capitello

     

    Crediti per immagini:

    Immagine di copertina: dioniso_eros_farnese_napoli_opt