• NUTRIZIONE VEGETARIANA, ALIMENTI, BISTRÒ
  • 24 Giugno 2017

    Specie esotiche: proprietà nutrizionali

      Roberto Braglia, Antonella Canini

    L’utilizzo delle piante per le loro infinite proprietà nasce in maniera istintiva e casuale,
 da sempre infatti esse rappresentano per l’uomo una risorsa indispensabile.

    Sono fonte di nutrimento, utilizzate per curare numerose malattie e apprezzate per la loro sorprendente bellezza.

    Fin dai tempi più antichi le piante hanno cominciato a muoversi portate dall’uomo e molte di esse si sono naturalizzate in territori diversi da quelli di origine.

      LITCHI

    Dopo il 1492, anno della scoperta dell’America, sono state importate nel nostro continente piante come il pomodoro, la patata, il mais e molte altre specie che al tempo erano considerate esotiche e che oggi sono entrate a far parte della nostra cultura e della nostra tradizione.

    Questo continuo import-export di specie permane anche oggi e molte piante esotiche fanno bella mostra di sé nei nostri appartamenti e sui banchi di mercati e supermercati. Soprattutto la frutta, importata dalle regioni più remote del pianeta, conquista spazi sempre più consistenti sulle nostre tavole. Chi di noi non ha mai mangiato una fetta di ananas oppure un pezzo di noce di cocco? E chi non ha mai sentito nominare le proprietà di piante come aloe, avocado, papaia, mango e litchi?

    Mango

    Il mango è un frutto molto studiato per le sue proprietà nutraceutiche, la sua polpa contiene fibre probiotiche, vitamine e diversi polifenoli ed anche omega-3 e omega-6. La sua buccia contiene molti pigmenti con proprietà antiossidanti inclusi carotenoidi come pro- vitamina A, beta-carotene, luteina e alfa-carotene, ed anche polifenoli come quercetina, campferolo, acido gallico, acido caffeico, catechine, tannini e la mangi- ferina, uno xantone contenuto solo nel mango. 

    mango
    Tutte queste molecole possiedono attività di scavenger di radicali liberi e sono utili nella prevenzione e nella cura di tutte quelle malattie che insorgono a seguito di stress ossidativo. Studi in vitro hanno dimostrato che il lupeolo, un triterpene contenuto nel mango, è un efficace inibitore del melanoma e del cancro alla prostata. 

    Tutti questi frutti, con spesso colori appariscenti, oltre ad incontrare sempre di più i nostri gusti e a essere parte più consistente delle nostre ricette, possiedono un alto valore nutrizionale e innumerevoli proprietà benefiche.

    Il valore nutraceutico di questo tipo di alimenti dipende per lo più dalla loro ricchezza e composizione in metaboliti secondari. Questi composti hanno un valore molto importante per le piante; queste infatti, al pari di altri organismi viventi caratterizzati da un’esistenza statica, affidano interamente alla chimica la loro possibilità di interagire con l’ambiente che le circonda. I metaboliti secondari oltre a svolgere importanti funzioni per il normale turnover metabolico, permettono alle piante l’adattamento ad ambienti diversi e a condizioni di crescita estreme (basse o alte temperature, scarsa o eccessiva umidità o salinità del suolo, di inquinanti, ecc.) e anche di selezionare le strategie riproduttive più convenienti (attrazione degli impollinatori, dispersione dei semi) e di difendersi dai predatori.

     

    Avocado

    Alcuni frutti hanno valori energetico-nutrizionali molto elevati, difficilmente riscontrabili in altre specie vegetali: l’avocado ad esempio è considerato un frutto altamente nutriente, il contenuto in proteine è dalle due alle dieci volte maggiore rispetto agli altri frutti carnosi, si calcola rappresentino circa il 2,3% del suo peso. Inoltre l’avocado contiene tutti gli amminoacidi essenziali. Una dieta equilibrata ha bisogno del giusto apporto di fibre solubili ed insolubili, e l’avocado contiene considerevoli quantità di entrambe (rispettivamente 2,1 e 2,7%), in più può essere considerato una ricca fonte di potassio e vitamine C, E, e beta carotene.Nell’avocado la somma tra la percentuale di acqua e oli è costante e si aggira intorno al 88-91%. Il valore energetico del frutto dipende dai cambiamenti nella percentuale di oli presenti che vanno da un minimo di 8% ad un massimo di 22%. 

    AVOCADO 2 IMM
    Un indicatore del valore nutrizionale di un alimento è il rapporto tra acidi grassi polinsaturi e acidi grassi saturi: per l’avocado questo è di circa 0,78. Una dieta ricca di acidi grassi polinsaturi riduce il livello di colesterolo-LDL, nello stesso tempo una dieta ricca di acidi grassi monoinsaturi mantiene alto il livello di colesterolo-HDL. Pertanto l’avocado, non possedendo colesterolo ed essendo un alimento ricco di acidi grassi monoinsaturi, quando inserito nella dieta causa un significativo declino del colesterolo totale preservando i livelli di HDL. Trials clinici hanno dimostrato che una dieta ricca in avocado causa un decremento del colesterolo totale di circa il 16% nei soggetti sani, e del 17% in individui ipercolesterolemici (-22% LDL, -22% trigliceridi, +11% HDL). 

    Molte di queste molecole sono facilmente riconoscibili come pigmenti floreali nella maggior parte delle angiosperme. D'altro canto la loro distribuzione non è limitata ai fiori ma include tutte le parti della pianta, in particolare foglie e frutti in cui hanno un ruolo preminente nel determinare colore e sapore. In particolare si associa agli acidi fenolici il sapore acidulo, ai tannini l’astringenza, mentre il sapore amaro è spesso associato ad alcuni flavonoidi quali naringenina e neoesperidina; il colore, infine, viene determinato dalla presenza di carotenoidi, antociani e dalle loro caratteristiche reazioni di co-pigmentazione.

    Papaia

    L’albero della papaia è una delle piante più produttive in relazione alla sua dimensione perché fiorisce continuamente e porta allo stesso tempo fiori e frutti, inoltre è una specie poco esigente in quanto ai suoli, potendo svilupparsi in qualunque terreno abbandonato o perfino in grandi vasi. Il frutto è composto da 86,8% di acqua, 12,8% di carboidrati e da molti micronutrienti come la vitamina E (113mg/kg), vitamina C (84 mg/kg), vitamina A (10,9 mg/kg), riboflavina, niacina, tiamina, calcio, fosforo, ferro ed alcuni tipi di flavonoidi (1264 mg/kg di peso fresco della pianta), con proprietà antiossidanti e antiradicali liberi, antinfiammatorie, antiaggreganti piastriniche, antitrombotiche e antiallergiche.

     PAPAIA

    Inoltre essi inibiscono la sintesi di numerosi enzimi implicati nei processi di genesi tumorale, come le lipossigenasi e le ciclossigenasi. Grazie a papaina, lipasi, acido glucoronico, acido folico, sali minerali e vitamine A, B, C, E l’estratto della papaia può essere considerato un toccasana per chi ha carenti difese immunitarie. E' stata proposta come coadiuvante della terapia antiparkinsoniana, dopo il grande risalto dato dai mezzi di comunicazione circa gli effetti positivi che questo "rimedio naturale" avrebbe indotto in un paziente illustre, papa Giovanni Paolo II. 

    La chiave del ruolo biologico, soprattutto dell’attività antiossidante, della maggior parte di queste molecole risiede nella loro struttura chimica, esse infatti sono caratterizzate dalla presenza di almeno un anello aromatico con uno o più sostituenti ossidrilici. È proprio per mezzo di questa particolare forma che riescono a neutralizzare i radicali liberi. Nell’uomo queste molecole di origine vegetale possono avere un ampio spettro di effetti benefici molti dei quali ancora poco chiari alla comunità scientifica. I composti fenolici ad esempio agiscono principalmente come antiossidanti, gli acidi grassi polinsaturi aiutano a diminuire il livello di colesterolo-LDL nel sangue, altre molecole invece sono usate in nuovi approcci terapeutici per la cura di gravi patologie come il cancro, il diabete ecc.

    FITOCHIMICI

     

    È per questi motivi che un crescente numero di studi scientifici si occupano di specie esotiche studiando la loro composizione in metaboliti secondari e i loro effetti sull’uomo. Dopotutto la ricerca di molecole bioattive di origine vegetale non è certamente una novità; è noto infatti che già 10.000 anni fa l’utilizzo medico delle piante e delle erbe era diffuso nelle popolazioni dell’India.

    Ananas
    L’ananas (Ananas comosus L.) originaria del Sud America, è oggi uno dei frutti più conosciuti.
    L’estratto crudo di ananas contiene diversi principi attivi tra cui vari tipi di proteinasi. Diversi lavori scientifici hanno dimostrato i suoi effetti antiedematosi, antiinfiammatori, antitrombotici e fibrinolitici. Recentemente, studi preclinici consigliano l’uso della bromelina, un enzima proteolitico presente in tutte le parti del frutto, come farmaco complementare alle chemioterapie. Questo enzima agisce come immunoregolatore inducendo la produzione di diverse citochine come il fattore α della necrosi tumorale, l’interleuchina (Il)-1β, Il-6, e Il-8. Inoltre questa molecola, in diversi lavori scientifici, ha dimostrato di avere un effetto antitumorale, antimetastatico e inibitorio sull’aggregazione piastrinica associata alle metastasi. Una molecola con proprietà simili alla bromelina dell’ananas è la papaina contenuta nella papaia, questo enzima, appartenente alla famiglia delle chitinasi di classe II, ha anch’esso un’attività proteolitica (cistein-proteinasica) e viene estratto dal latice, un'emulsione di aspetto lattiginoso e consistenza collosa, generalmente di colore bianco, che si trova in determinate cellule (i laticiferi) di numerose piante superiori ed è presente in tutte le parti della pianta. 

    ANANAS
    Queste terapie sistemiche che prevedono l’impiego di enzimi proteolitici come la papaina e la bromelina trovano le loro origini nella medicina tradizionale del sud e centro America, e hanno come prime basi scientifiche i lavori di John Beard che nel 1911 pubblica un lavoro dal titolo “The enzyme treatment of cancer and its scientific basis” studi poi ripresi negli anni 50 da Max Wolf e Helene Benitez i quali sviluppano il concetto di “Systemic Enzyme Therapy for Oncology”. L’uso di specifiche molecole bioattive estratte da piante come anche un’alimentazione bilanciata, attività fisica e supporto psicologico, rientrano nella medicina complementare. Questo tipo di approccio non mira a sostituire le terapie convenzionali come ad esempio la chemioterapia, la radioterapia o i trattamenti ormonali, al contrario l’uso delle terapie complementari tende ad ottimizzare l’efficacia dei normali trattamenti ed a migliorare la qualità della vita dei pazienti. Oltre alle importanti applicazioni terapeutiche sopra elencate la papaina e la bromelina possiedono anche un'azione enzimatica digestiva che può essere utile in caso di digestione difficile. 

    I più antichi documenti in cui è testimoniato l’uso e sono riconosciute le proprietà dei medicamenti e dei veleni, appartengono invece alla civiltà cinese: tra tutti emerge l'Erbario di Shen Nung (2700 a.C.). Importanti sono anche i papiri egiziani che documentano la conoscenza di tale popolo di svariate forme di medicamenti di natura vegetale. Lo stesso testo sacro della Bibbia riconosce l'uso che gli ebrei facevano di alcune particolari piante a scopo medicamentoso (l'issopo e il cedro). Da allora l’utilizzo delle piante si è sempre più affermato nelle varie epoche, da quella romana al medioevo fino ai giorni nostri in cui la comunità scientifica ha riconosciuto nelle piante grandi doti curative: molti medicinali moderni contengono quali principi attivi sostanze ricavate per l’appunto dalle piante. 

    Aloe

    Sicuramente una pianta esotica universalmente riconosciuta per le sue qualità terapeutiche e che sempre di più attira l’attenzione di molti ricercatori è l’Aloe. Delle oltre 360 specie conosciute soltanto 4 hanno proprietà medicinali; Aloe arborescens Miller; Aloe perryi Baker; Aloe ferox Miller e Aloe vera L. Quest’ultima specie è di gran lunga la più conosciuta ed anche la più coltivata. Per quanto riguarda la composizione di molecole bioattive all’interno della pianta è doveroso fare una distinzione tra l’essudato e il gel: il primo è una sostanza giallastra ricca di antrachinoni, l’altro, da molti ricercatori considerato il principale responsabile delle proprietà benefiche della pianta, è una mucillagine incolore ricca di numerose sostanze riassunte in tabella.

    ALOE 
    Le proprietà terapeutiche dell’aloe si espletano in due aree ben definite agendo sui tessuti epiteliali e sul sistema immunitario. L’aloe è ben conosciuta per il suo impiego topico contro le infiammazioni cutanee e per la cura di ustioni e ferite in quanto è in grado di promuovere la crescita ed il rinnovo del tessuto epiteliale. Studi di laboratorio hanno inoltre dimostrato l’efficacia dell’estratto nell’inibire la crescita tumorale, nel diminuire la glicemia in pazienti diabetici, nello sti- molare il sistema immunitario e nel curare alcune disfunzioni dell’apparato gastrointestinale come l’ulcera peptica.
     

    ALOE TABELLA