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  • 27 Agosto 2019 | Gallery

    VIAGGIO IN GIAPPONE

      Eliana Marchese

    Negli ultimi anni ci sono state molte più occasioni di conoscere la cultura giapponese rispetto ad un tempo, tuttavia fare un viaggio in questo paese lontano riserva sempre delle sorprese e suscita delle riflessioni per l’originalità di molti aspetti della sua cultura.

     

    Giardini giapponesi

    L’attenzione per la natura e il senso estetico hanno portato allo sviluppo di diversi tipi di giardini, tutti bellissimi, anche grazie a tecniche di giardinaggio molto particolari. Nelle varie epoche i giardini si sono evoluti secondo le diverse funzioni che svolgevano, ad esempio l’introduzione di specchi d’acqua, di ruscelletti e cascate, sollevavano dalla calura estiva.

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    Il raggiungimento di una perfetta armonia di colore e forma ha creato un paesaggio da contemplazione visibile dalle case, in cui i pannelli scorrevoli permettono l’apertura all’esterno, mentre la costruzione vicino a casa di un padiglione dove preparare il tè li ha trasformati in un ambiente dove gustare serenamente questa bevanda.

    Particolari le tecniche di lavorazione dei giardinieri giapponesi, che hanno lo scopo di esasperare le caratteristiche tipiche di ogni pianta, intervenendo pesantemente con potature e tagli o talvolta arrestando la crescita agendo sulle radici degli alberi, come si vede nella foto.

    4. Kanazawa parco

    Il principio a cui si ispirano i giardinieri si vede bene nel nodo di favorire la crescita dei pini, sotto i cui rami si inseriscono supporti per permettere di avere una espansione orizzontale, o nella rotondità dei cespugli di azalee ottenute con meticolose potature.

    Rispetto e incremento delle caratteristiche innate quindi, che si aggiungono con decisi aiuti forniti dall’esterno.

    Durante i mesi invernali in molti giardini giapponesi sono applicati sugli alberi delle strutture coniche (Yukitsuri) realizzate con corde e pali di bambù, il cui scopo è proteggerli dal peso della neve.

    3. I pini sono spesso coperti con delle corde per proteggerli dalle nevicate

    Il laghetto nei giardini del Castello Nij-jo a Kyoto contiene tutti gli elementi simbolici classici: un’isola più grande (Horai-jima) che rappresenta il Paradiso inaccessibile ai mortali, a fianco della quale ci sono dei massi a forma di tartaruga e di gru, simboli di longevità.

    5. Kyoto giardini del Castello Nijo io

    Tè e Caffè

    Oltre al tè, anche il caffè è una bevanda divenuta molto popolare in Giappone; le catene internazionali come Starbucks lo vendono generalmente in versione americana, ma in alcuni locali utilizzano delle originali (e anche belle da vedere) apparecchiature a sifone, costituite da due sfere di vetro collegate fra loro e sorrette da una struttura di metallo.

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    L’acqua si versa nella sfera inferiore e la polvere di caffè in quella superiore. Quando l’acqua bolle, la pressione la fa salire nella sfera superiore, dove entra in contatto con la polvere e ne estrae le sostanze aromatiche. Tolto dal fuoco, il caffè si raffredda e cola nella sfera inferiore, separandosi dalla polvere grazie ad un filtro.

    Una simpatica versione ”Hello Kitty” delle uova nere di Owakudani (Grande valle bollente). 

    Owakudani,  valle vulcanica raggiungibile con una funivia, si è formata dall’eruzione del monte Hakone circa 3000 anni fa, e permette di ammirare da vicino il monte Fuji.

     

    9. Monte Fuji visto da Owakudani

    E’ ricca di acque termali contenenti zolfo che conferisce al guscio delle uova messe a bollire in essa una particolare colorazione nera. Gli abitanti del posto dicono che mangiarle allunghi la vita.

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    La penisola di Noto 

    La Penisola di Noto comprende un’area in cui si conserva ancora un’economia basata su attività tradizionali di pesca, coltivazione della terra e sfruttamento dei boschi.

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    Queste attività hanno fatto sviluppare fin dall’antichità una serie di festività religiose e manifestazioni popolari volte a ringraziare gli dei e attrarre la loro benevolenza.
    Le persone che vivono qui, che rendono evidente tra l’altro la longevità dei giapponesi, seguono i ritmi della natura e delle stagioni scanditi da questi eventi. 

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    Tipiche di questa zona sono delle lampade decorate alte fino a 15 m, chiamate Kiriko, che rappresentano dei veri e propri altari portatili, trasportati da molte persone durante le festività. Molte di queste sono raccolte nel museo di Wajima, un porto con un mercato che vanta antiche tradizioni, in cui anziani pescatori vendono il pesce fresco ed essiccato e molti prodotti artigianali.

    Nelle feste Shinto che si svolgono durante l’anno, gli dei visitano le case del villaggio con delle modalità diverse secondo la zona. A Wajima, le due persone che svolgono il ruolo degli dei ndossano maschere maschili e femminili e tengono in mano rami di Sasaki, una pianta che cresce spontanea in Giappone ed è considerata sacra. Dopo essersi recati al Santuario, per un rituale di purificazione, visitano le case dove ricevono delle offerte e pregano perché le disgrazie si allontanino dalla famiglia. 

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    In altri paesi il gruppo è formato da quattro persone con le maschere spaventose, e hanno un ruolo di ammonimento contro la pigrizia rivolto in particolare verso i bambini, che spesso si spaventano. 

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    Per la loro funzione di coesione a livello della comunità locali e di trasmissione alle nuove generazioni dei valori tradizionali, queste feste in cui gli dei visitano le case degli uomini sono state registrate dall’UNESCO nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità.