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  • 25 Settembre 2019 | Gallery

    DE CHIRICO A MILANO, PALAZZO REALE

      Redazione Mostra "de Chirico"

    de Chirico
    a cura di Luca Massimo Barbero
    Milano, Palazzo Reale
    25 settembre 2019 – 19 gennaio 2020

     

    Viviamo in un mondo fantasmico, con il quale entriamo gradatemente in dimestichezza 
    (G. de Chirico, 1918)

    Apre al pubblico il 25 settembre la grande mostra su Giorgio de Chirico (Volos, 1888 – Roma, 1978) che attraverso un centinaio circa di capolavori ricostruisce l’irripetibile carriera del Pictor Optimus. 
    Le sale di Palazzo Reale a Milano, a distanza di quasi cinquant’anni dalla personale del 1970, tornano a ospitare l’opera di de Chirico in una straordinaria retrospettiva curata da Luca Massimo Barbero, promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, da Palazzo Reale, da Marsilio e da Electa, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.

    03 de Chirico Malinconia ermetica

    Un percorso espositivo fatto di confronti inediti e accostamenti irripetibili che svelano il fantasmico mondo di una delle piĚ complesse figure artistiche del XX secolo.
    L’esposizione offre la chiave d’accesso a una pittura ermetica che affonda le sue radici nella Grecia dell’infanzia, matura nella Parigi delle avanguardie, dą vita alla Metafisica che strega i surrealisti e conquista Andy Warhol e, infine, getta scompiglio con le sue irriverenti quanto ironiche rivisitazioni del Barocco.

    Il cospicuo corpus di opere in mostra proviene da importanti musei internazionali tra i quali la Tate Modern di Londra, il Metropolitan Museum di New York, il Centre Pompidou e il Musée d’Art Moderne de la Ville di Parigi, la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea (GNAM) di Roma, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, The Menil Collection di Huston e il MAC USP di San Paolo in Brasile. Numerose sono anche le istituzioni milanesi: il Museo del Novecento, la Casa Museo Boschi di Stefano, la Pinacoteca di Brera e Villa Necchi Campiglio.

    06 de Chirico Genealogie du reve

    Suddivisa in otto sale, l’esposizione procede per temi pensati secondo accostamenti inediti e confronti originali come in una catena di reazioni visive che, come scriveva de Chirico nel 1918, rincorrono “il demone in ogni cosa […] l’occhio in ogni cosa [perché] Siamo esploratori pronti per altre partenze”.

     Giorgio De Chirico, Biografia

    Giorgio de Chirico (Volos, 1888 – Roma, 1978) cresce in Grecia, si forma nella Monaco di Baviera della Secessione, matura nella Parigi delle avanguardie dove elabora il tema della malinconia e delle prime piazze d’Italia: veri corto circuiti visivi che anticipano le avanguardie e il Surrealismo.
    Rientrato in Italia allo scoppio della guerra, nel 1915 si stabilisce a Ferrara insieme al fratello, Alberto Savinio, dove vivono al contempo anche Filippo de Pisis e Carlo Carrą e dove matura la complessa fase degli interni ferraresi e delle muse inquietanti: una pittura dal carattere originalmente figurativo ma in cui ogni soggetto diviene visione e s’ammanta d’una valenza onirica e misteriosa.
    Dal 1918 è tra Roma, Firenze e Milano mantenendo perė vivi i propri contatti internazionali e, dal 1924, torna a stabilirsi a Parigi. In questi anni il suo immaginario provocatorio e radicale lo colloca gią tra i protagonisti della pittura internazionale. La fruttuosa esperienza newyorchese (1935–37) Ź marcata da una mostra personale alla Pierre Matisse Gallery (1935), da 8 capolavori metafisici scelti da Alfred Barr per la mostra Fantastic Art, Dada, Surrealism (Moma, 1936–37), dall’impresa decorativa per la Decorators Pictures Gallery – accanto a Picasso e Matisse – sino alla copertina di Vogue del 1938.
    Nello stesso anno rientra in Italia, e dopo un ulteriore soggiorno parigino, nel 1944 l’artista si trasferisce definitivamente a Roma, nel magnifico appartamento di Piazza di Spagna.
    Rinnovando le invenzioni metafisiche, de Chirico sviluppa una nuova sontuosa qualitą di pittura che investe ogni soggetto e che proietta nell’attualitą la ricchezza tecnica e inventiva della pittura che egli, provocatoriamente, chiama dei “maestri antichi”. Con una capacitą che trascina l’irruenza barocca e un immaginario totalmente fantastico fatto di cavalieri, paesaggi e traboccanti nature morte o vite silenti, come preferiva chiamarle, la pittura di de Chirico entra in pieno contrasto con la contemporaneitą di questo secondo dopoguerra, confermandolo ancora una volta, contro ogni paradosso, uno dei maestri di quella metą del ventesimo secolo.
    Convinto che la strada intrapresa sia l’unica plausibile, dal 1948 innesca una polemica contro la Biennale di Venezia, paladina a suo dire di una corrente modernista, e allestisce una serie di “contro Biennali” negli spazi della Bucintoro, a pochi passi da piazza San Marco. Idolatrato quanto criticato, de Chirico, senza arrestare il flusso della sua pittura, inventa paesaggi incantati, autoritratti irriverenti o in costume che anticipano i temi odierni della performance, fino ad arrogarsi il diritto, che da decenni va esercitando, di reinventare il mondo della sua Metafisica di inizio secolo.
    Nuove invenzioni fantastiche come il sole sul cavalletto, i cavalieri d’ombra e i trovatori stanchi uniscono fatalmente negli ultimi anni, della sua sempre vitalistica carriera, le stanze metafisiche, i manichini inquietanti e la visione unica di questo viaggiatore del tempo e delle immagini.
    Giorgio de Chirico si spegne a Roma nel novembre del 1978.

     DE CHIRICO SCHEDA TECNICA

    10 de Chirico Ritono al castello