CARNE
Vincenzino Siani

L’ottanta per cento della diversità biologica, oggi espressa nella immane varietà di forme viventi e che si esprimerà in futuro negli organismi che popoleranno il pianeta, abita la profondità delle foreste.

I sensi negletti
Vincenzino Siani

Qualche anno fa, una sera di luglio, in Alta Provenza, percorrevo in auto la strada che dall’Abbazia di Sénanque porta a Aix-en-Provence. Nel buio della notte, un intenso profumo di lavanda invase improvvisamente l’abitacolo dell’auto: avevo intercettato la coda della fioritura stagionale, tardiva e matura, della lavanda; persistente per il tempo breve dell’attraversamento dei campi a coltura confinanti col ciglio della strada.

BOCCACCIO E LA PESTE DI FIRENZE
Giovanni Boccaccio

Dico adunque che giá erano gli anni della fruttifera Incarnazione del Figliuolo di Dio al numero pervenuti di milletrecentoquarantotto, quando nell’egregia cittá di Firenze, oltre ad ogni altra italica nobilissima, pervenne la mortifera pestilenza, la quale o per operazion de’ corpi superiori o per le nostre inique opere da giusta ira di Dio a nostra correzione mandata sopra i mortali,  

THE SNOW MAN
Vincenzino Siani

L’inverno sospeso; fra rami di pini incrostati di neve, ginepri arruffati in cristalli di ghiaccio, il luccichio del sole lontano sugli abeti, il suono dolente del vento che soffia sulle poche foglie di alberi spogli e si estende alla terra gelata, percepito nel niente da chi, egli stesso, è niente. L’incanto della poesia di Wallace Stevens.

PROGETTO SONNO
Vincenzino Siani

IL SONNO DELLA RAGIONE UNCONSCIOUS
Coreografie di Michele Moretti
Martedì 17 dicembre 2019, ore 16
MACRO ASILO, Stanza delle Parole,
via Nizza 138, Roma. Ingresso libero

PROGETTO SONNO
Vincenzino Siani

"Longtemps, je me suis couchè de bonne heure". La conferenza di Vincenzino Siani si terrà martedì 10 dicembre, alle ore 15, presso il Macro Asilo di Roma, via Nizza 138. L'ingresso è libero.

PETROLIO
Vincenzino Siani

Resti organici di immense foreste, degradati e accumulati nel ventre del pianeta a costituire depositi immani e silenti di idrocarburi, attendevano la creatura naturale che dopo 400 milioni di anni li riportasse in superficie, alla luce del sole, fonte della loro lontana origine organica; aspettavano l’uomo per abbandonare le profondità della crosta terrestre, raggiungere la biosfera e, bruciati, innalzarsi nell’aria e tornare in diversa veste a incidere sugli equilibri naturali.