• "FRAMMENTI E COLLAGE"
  • 10 Novembre 2014

    Climate change

    In attesa del Summit Internazionale sul Clima (Lima, 1-12 dicembre 2014), già da qualche giorno l'International Panel on Climate Change ha pubblicato il suo quinto rapporto sui cambiamenti climatici.

    Dove si dice che:

    1 - Gli scienziati sono certi al 95% che l'aumento dei gas serra (GHG) sia la causa principale del riscaldamento globale e che abbia la sua origine nelle attività antropiche (combustione di carboni fossili, deforestazione, ecc);

    2 - La crisi ambientale è molto grave e le emissioni mondiali di GHG dovranno essere ridotte del 40-70% entro il 2050 per non superare il punto di non ritorno.

    Nel 2008, James Hansen, illustre climatologo americano, scriveva: “Se l’umanità desidera preservare un pianeta simile a quello sul quale si è sviluppata la civiltà e al quale si è adattata la vita, l’evidenza paleoclimatica e il cambiamento climatico in corso suggeriscono che la CO2 debba essere ridotta dall’attuale concentrazione di 385 parti per milione (ppm) a un massimo di 330 ppm, e molto probabilmente anche a livelli inferiori”.

    Oggi si sono oltrepassate le 400 ppm e si continua a salire al ritmo di 2 ppm per anno. La proiezione più favorevole indica in 421 ppm la concentrazione atmosferica di CO2 al 2100; a condizione che sin da oggi l’uomo riveda radicalmente richieste e consumi.

    La carne e gli allevamenti

    A partire dal Neolitico, “allevare” è anch’essa attività antropica.

    "Livestock Long Shadow" (la lunga ombra dell’allevamento), rapporto FAO del 2006, stima l’allevamento animale e quanto vi ruota intorno responsabile del 18% delle emissioni mondiali annue di gas serra.

    Le nostre scelte alimentari incidono significativamente sugli equilibri naturali.

    Proiezioni FAO indicano necessità produttive di circa il 20% di carne in più entro il 2020 e di circa il 50% in più entro il 2050, quando la popolazione umana sarà di circa 9 miliardi di persone.

    Le richieste di carni a fini alimentari tenderanno a crescere nei prossimi decenni, soprattutto nei paesi in via di sviluppo; con la crescita dell’allevamento animale aumenterà la produzione di gas serra e il riscaldamento globale.

    Riuscirà l’uomo a tralasciare le carni e orientare verso il mondo vegetale le sue scelte alimentari?

    Crisi ambientale: strategie

    Sull’attuale scenario si confrontano due strategie per affrontare il problema ambientale: entrambe guardano a risorse tecnologiche.

    La prima si affida alla comunità globale: monitoraggio delle emissioni di CO2 e interventi finalizzati a ridurne le dimensioni estesi a tutti i paesi sviluppati, destinando contemporaneamente costose tecnologie pulite ai paesi in via di sviluppo.

    La seconda strategia si affida al Mercato, l’unico motore ritenuto sufficientemente grande da poter avere un impatto deciso sull’ambiente.

    Solo un mercato improntato a regolamenti e incentivi studiati per stimolare un’innovazione massiccia in fonti energetiche e tecnologie pulite (clean-tech) potrebbe porre un freno al riscaldamento globale.

    Viviamo una situazione preagonica del mondo che ha ospitato la specie umana e ne ha accompagnato il successo evolutivo.

    Ne usciremo? E, se sarà possibile, a quale prezzo?