• Diario d'ascolto
  • 7 Marzo 2018

    Bach per voce sola

      Carlo Piccardi

    Tutti sanno di quale linfa si nutra il linguaggio di Bach, indissociabile dal principio contrappuntistico.

     

    Personalmente mi ha sempre attirato e deliziato l’ascolto delle sue trascrizioni dei concerti vivaldiani, in cui l’intervento del genio tedesco sui temi ‘scoperti’ del maestro veneziano afferma sistematicamente la convinzione in una musica che ricava le sue pulsazioni da semplici e complesse trame contrappuntistiche.
    In verità in tali composizioni Bach non ha operato come mero trascrittore, ma ha riplasmato la materia alla luce della sua concezione polifonica.

    Eppure mi appare illuminante il caso del Concerto in la minore per due violini dall’Estro armonico, che nella versione organistica bachiana lascia cantare il tema del ritornello all’unisono senza trucchi contrappuntistici.

    BACH VIVALDI FINALE


    L’intelligenza di Bach non si manifesta infatti sempre nell’istinto a diramare le voci in un quadro denso di linee geometricamente disposte. Bach ha ben compreso il segreto della semplicità di Vivaldi; e qui ce lo rivela, lasciando risuonare la melodia nella sua prorompente pienezza. D’altronde, a ben guardare, la solidità formale delle opere bachiane non è solo frutto di sapienza contrappuntistica, ma anche invenzione di idee melodiche che, se è difficile per non dire impossibile dissociarle dal contesto,affermano una loro precipua ed organica struttura. La concezione compositiva bachiana resta in fondo una dialettica tra scienza e invenzione verificabile a ogni livello, in ogni parametro della struttura.

     VIOLONCELLO SOLO

    La dimostrazione palmare di questa realtà è riscontrabile nelle composizioni a voce sola, con risultati convincenti più nelle suites destinate al violoncello che nelle partite per violino. Pur non essendo dissimili le modalità di scrittura nei due momenti, la loro resa sul violoncello (strumento che per la natura del suo registro viene convenzionalmente adibito a base armonica) appare con maggiore pienezza. L’ampio arco in cui si articola la voce propone un’organizzazione in cui la melodia si raddoppia, si triplica in un complesso rapporto di interdipendenze e di allusioni tanto efficacemente dispiegate da non lasciar avvertire l’esiguità del materiale a disposizione.

     BACH VIOLINO