• LIBRI, MEDIA
  • 25 Aprile 2016

    L'etichetta alla corte di Versailles

    Che cos’era l’etichetta alla corte di Francia? A cosa serviva veramente? E per quale inclinazione sociale potenti signori, grandi dame, sottili politici, raffinati intellettuali si sottomettevano volenterosi alla sua schiavitù? Fu disciplinamento di una società che diveniva moderna o capriccio di monarchi assoluti?

     

    Un catalogo – e quanto sorprendentemente minuzioso, futile e influente nella storia, ci svela questo libro – di precedenze, di modi di portare uno strascico, sorpassare una porta. E chi ne aveva il diritto e in quale occasione. E se si poteva ereditare. E le cifre incredibili alle quali acquistarlo. I conflitti e i paradossi dei modi cortesi. Il nascere e il morire di una moda. Le offese e le frustrazioni per il privilegio di portare una salvietta. E infiniti altri microscopici gesti di ogni momento ossessivamente disciplinati.
    Lo raccontano, con serissima adesione, le molte memorie di cortigiani contemporanei, e imponenti su tutte quelle sterminate e magnifiche del duca di Saint-Simon. “I memorialisti dell’epoca sono dei narratori, quindi raccontano l’etichetta solo quando viene disattesa, e principalmente se dà luogo ad avventure nefaste, comiche o bislacche”.

    Daria Galateria li conosce tutti, da sempre li studia e li commenta; e qui può offrire la completa ricostruzione, dall’A alla Z, di tutte le voci delle buone maniere a Versailles, negli usi quotidiani come negli imbarazzi e negli incidenti insorgenti.
    Sicchè questo volume ci fa vedere, come se li spiassimo da un falso specchio, tanti quadri viventi dell’Ancien Régime al suo apice.
    Ma mostra nel contempo l’eterno enigma del potere; dal momento che, come diceva Luigi XIV al figlio: “uno dei più visibili effetti del potere è dare a volontà un valore infinito a quello che in sé non è nulla”.

    L’etichetta alla corte di Versailles

    Daria Galateria
    Sellerio Editore, Palermo. 2016-04-25